Arrivato in Madagascar nel lontano 1996, alla ricerca del serpentello anello di congiunzione tra ovipari e mammiferi, il biologo Luigi Bellini scoprì una terra vergine, ancora incontaminata; un popolo sofferente e sottomesso alla povertà più assoluta. La sua vita prese una svolta: riunì i figli, ormai cresciuti e laureati, e spiegò loro quello che intendeva fare per il Madagascar e la sua gente. “Sono fiera di te”, le disse la figlia. “Tu ci hai abbandonato” replicò uno dei figli.
E iniziò la sua missione. Oggi, a distanza di più di vent’anni, accanto a Luigi Bellini, durante il suo percorso si sono uniti a lui amici, parenti e familiari tutti. Primo fra tutti Rino Ciotta, amico e compagno di sempre. Persone che guardano al futuro del Madagascar insieme a lui.